Spalato

Spalato

Il palazzo che divenne città

Spalato, Croazia

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L'insediamento greco di Aspálathos fu fondato tra i secoli IV e III a.C. nei pressi di Salona, che nel I sec. a.C. divenne colonia romana e capitale della provincia di Dalmazia. Intorno al 295 d.C l’imperatore Caio Aurelio Valerio Diocleziano (284–305 d.C.) dispose di costruire un palazzo di ritiro vicino al luogo natio, una struttura di planimetria rettangolare simile a una fortificazione, con una serie di torri da tre lati e quello occidentale, affacciato al mare, aperto al piano superiore mediante una loggia arcata che percorre tutta la lunghezza della facciata. Il Palazzo di Diocleziano comprendeva le dimore imperiali, la piazza centrale (Peristilio) al centro, la via principale sull’asse est-ovest (il decumanus), le aree sacrali del Mausoleo e dei templi, e la manifattura imperiale di tessuti (il gynaeceum) nella metà settentrionale della struttura. 
Spalato, ricostruzione del Palazzo di Diocleziano ad opera di Hébrard (1912)   
 

 

 
Dopo la morte di Diocleziano il Palazzo rimase di proprietà della famiglia imperiale e fu gradualmente transformato in una roccaforte detta Spalatum, che acquisì tutti i tratti urbani dopo la caduta di Salona nel VII secolo, con l’arrivo dei rifugiati. Come parte dell’Impero Bizantino, la città godette di notevole autonomia amministrativa. Nel primo Medioevo lo stato croato (più tardi Regno di Croazia) occupava la costa dell’Adriatico centrale e l’entroterra, mentre le città rimasero sotto il dominio di Bisanzio. Per brevi periodi Spalato finì anche sotto il dominio franco, veneziano e, nell’XI secolo, quello croato. In seguito a ciò, nei secoli a venire Spalato sviluppò dei tratti maggiormente croati. Agli inizi del XII secolo la città divenne comune indipendente sotto la sovranità dei re ungheresi. Il Palazzo divenne troppo piccolo per la città fiorente che si estese dunque ad ovest, raddoppiando l’area occupata, fortificandola con nuove mura, e formando la nuova piazza comunale, attigua al municipio. La Serenissima conquistò la città intorno al 1420, mantenendone il dominio per 377 anni (1420–1797) e riducendone l’autonomia sotto il controllo di un principe-capitano sempre di natali veneziani. Ciò nonostante, Spalato divenne città portuale importante, su rotte commerciali che andavano dall’interno occupato dagli Ottomani fino al vicino passo di Clissa (Klis). La cultura fiorì altrettanto, con la città che divenne il fulcro della letteratura croata e molti palazzi di nuova costruzione. Dopo un breve periodo di governo napoleonico (1806–1813), Spalato fu assegnata all’Impero d’Austria dal Congresso di Vienna, con conseguenti ingenti investimenti urban.In questo periodo venne restaurato l’acquedotto romano,
 
costruito un frangiflutti, introdotta la ferrovia, edificate nuove strade e rimosse parti dell’antica cinta muraria. Con la fine della I guerra mondiale e la caduta dell’impero Austro-Ungarico, la città di Split divenne il più importante porto jugoslavo. Nel secondo conflitto mondiale parti del porto e del nucleo storico furono danneggiate da bombardamenti. Dopo il 1945 la città attraversò il suo più grande boom economico e demografico. Si costruirono fabbriche e fondarono ditte, e la popolazione urbana triplicò. Tra il 1945 e il 1990 la città fu del tutto trasformata ed estesa, fino ad occupare l’intera penisola. Oggi Spalato è la seconda città croata per grandezza e centro economico ed amministrativo della Dalmazia centrale. L’economia si fonda soprattutto su commercio e turismo con la ripresa di alcune attività tradizionali, come l’agricoltura, la pesca, la produzione di olio d’oliva e vino, l’industria cartiera, del cemento e di prodotti chimici. 
 

Tutela del sito patrimonio dell’umanità

Il Palazzo di Diocleziano fu completato nel 305 d.C. come sintesi di una villa imperiale tardoantica e di un castrum fortificato. È uno degli edifici chiave dell’architettura tardoantica per lo straordinario stato di conservazione sia dei vari elementi che dell’insieme e per una serie di forme costruttive che occupano un ventaglio tra arte classica e medievale. Da città medievale, il Palazzo ebbe molti altri edifici di stile diverso costruiti da maestri costruttori ispirati dai grandi modelli antichi. 
Spalato , Palazzo di Diocleziano, sotterranei   
 

 

  Nel 1979 il nucleo storico fu dichiarato Patrimonio dell’Umanità per la sua architettura ben conservata di vari periodi e per il suo essere tuttora organismo vivente e in piena funzione urbana, sebbene minacciato dal rapido sviluppo della città moderna, pressato dalla speculazione edilizia e da mutamenti traumatici della struttura sociale e demografica. La celebrazione del 1700° anniversario del Palazzo svoltasi nel nuovo millennio ha dato nuovo impeto alla ristrutturazione degli edifici storici spalatini più importanti. Alcuni dei principi di conservazione più importanti attuati sono: conservare anziché ristrutturare, porre l’accento su manutenzione e restauro dell’infrastruttura urbana per migliorare la qualità della vita nel centro storico e l’utilizzo di tecniche e materiali tradizionali.  

Cattedrale di S. Doimo  (Mausoleo di Diocleziano)

Il duomo spalatino è probabilmente il più antico in Europa. In origine mausoleo di Diocleziano, comprende un campanile romanico e un coro barocco. È l’edificio più stratificato in zona e apprezzato per le sue mura di pietra possenti, la struttura con cupola in mattone unica nel suo genere e la decorazione antica ben conservata. Ugualmente apprezzata è la collezione d’arte conservata nell’edificio sin dalla sua trasformazione, nel VI secolo, da Mausoleo a Cattedrale. Dal 1996 è in corso il restauro dei punti critici. Il tetto del Mausoleo è stato interamente restaurato, con ciascuna delle 500 tegole romane mantenuta e ricostruita.
Spalato, Palazzo di Diocleziano, chiesa di S. Martino     Il restauro del tetto e quello delle facciate è avvenuto con materiali e tecniche tradizionali. La condizione in cui versava il coro barocco, aggiunto all’edificio nel XVII secolo, era pessima nelle fondamenta anche per la scarsa qualità della muratura. Si è quindi proceduto all’iniezione di intonaco nelle mura delle fondamenta e alla disposizione di cavi d’acciaio. L’interno del coro è stato parimenti sottoposto a restauro completo, con particolare attenzione ai tratti barocchi finora trascurati. Le facciate sono state sottoposte a pulitura con laser, che continua sugli interni dei muri e sulla cupola in mattone. Una nuova illuminazione ha reso possibile una percezione più completa del monumento e all’interno sono stati intrapresi altri lavori di restauro. 

 

 

 

 

 

Tempio di Giove (Battistero)

Insieme all’inurbamento del Mausoleo di Diocleziano, il Tempio di Giove fu riattato a battistero. Oggi esso è in funzione di chiesa solamente una volta all’anno, per la Festa di San Giovanni. In compenso, è diventato forte attrattiva turistica e uno dei luoghi cittadini più visitati. La volta ottimamente conservata e i tratti strutturali unici nel loro genere sono di grande interesse per archeologi, storici dell’arte e architetti di tutto il mondo. Per carenza di manutenzione si è avuto un deterioramento repentino delle strutture negli ultimi tempi. La condizione del frontone occidentale era la peggiore: diversi blocchi del cornicione, pesanti da 3 a 6 tonnellate, erano stati 
  issati con chiodi arrugginiti e fatti scivolare lungo il frontone fino a farli sporgere precariamente. Il restauro del tempio è stata una combinazione di tecniche tradizionali e moderno supporto logistico. Un modello a 3-D è stato impiegato per l’analisi del comportamento strutturale. Per fermare il movimento delle strutture e l’accelerato deterioramento della pietra e ristabilire la stabilità dell’originaria distribuzione dei carichi, si è dovuto togliere il frontone occidentale e parte del cornicione esterno, restaurarli con tecniche tradizionali e rimetterli in sede. Le morse in ferro sono state rimpiazzate con altre in acciaio inox, fissate con filo forgiato alla maniera tradizionale, mentre le scalpellature fini sul portale e sui fregi delle facciate sono stati ripuliti col laser.
Spalato, Palazzo di Diocleziano, 
Peristilio e campanile
   

Porta Aurea

Anche quest’ingresso principale al Palazzo di Diocleziano è stato sottoposto a restauro, che si è rivelato complesso per le condizioni della struttura e il significativo deterioramento della superficie in pietra a causa degli aggressivi sali solubili cristallizzati sotto lo spesso strato di sporco. I problemi strutturali e quelli legati alla pulitura e alla conservazione della pietra hanno reso il restauro di Porta Aurea un compito gravoso. La superficie è stata interamente pulita con il laser (primo intervento del genere in Croazia), le mura consolidate con intonaco calcareo, la pietra danneggiata sostituita da nuova e la struttura superiore, in bilico precario con danni alle facciate, fermata da cavi in metallo.
 

Peristilio

Il restauro di questa piazza principale del Palazzo di Diocleziano è iniziato con la semplice pulitura della pietra ma si è sviluppato presto in un operazione complessa che ha incluso il rafforzamento strutturale, il restauro e la conservazione della pietra e di altri materiali, riuscendo a rallentare processi avanzati di disfacimento. La rimozione dello strato di polvere con il laser ha reso nuovamente possibile la lettura dell’architettura e della decorazione. Il valore storico del sito è stato accresciuto dalla scoperta di informazioni nuove sui materiali originari e la storia della costruzione. Il progetto del Peristilio è stato un’ottima opportunità per molti giovani restauratori di fare esperienza sul campo nelle tecniche più avanzate di pulitura e restauro della pietra.
 

 

 

 

Infrastrutture e pianificazione urbana

Oltre al restauro dei monumenti maggiori, si è lavorato sulle infrastrutture e sull’aspetto complessivo del centro storico. La pulizia delle facciate in pietra rappresenta un importante questione, per cui è stato predisposto un piano di pulizia continua dai graffiti. In questo senso è stato messo a punto un sistema di informazione puntuale. Oltre a un significativo miglioramento dell’informazione dei visitatori, la nuova segnaletica ha modificato il modo in cui la popolazione locale percepisce gli edifici storici, spesso sorvolati in precedenza. Il centro storico spalatino, per 17 secoli cuore pulsante della città, è attraversato da infrastrutture di ogni tipo e periodo a partire dal più antico sistema di acque di scolo e di canali a 
 
volta di epoca romana, oggi intasato da uno spesso strato di depositi organici, e valorizzato solo in parte. Il restauro e la manutenzione della pavimentazione in pietra si svolge in tandem con la ricostruzione della canalizzazione e di altre infrastrutture. È stato inoltre approntato un piano di potenziamento dell’accessibilità dei luoghi pubblici e dei più importanti edifici storici. Con l’idea di migliorare il coordinamento delle parti coinvolte responsabili delle attività nel centro storico, è stato redatto un piano di gestione in corso di discussione che propone un modello di gestione nuovo per migliorare la pianificazione urbana e il coordinamento delle attività nel segno del miglioramento del tenore di vita degli abitanti e di quello produttivo, garantendo la tutela sostenibile a lungo termine dei valori culturali del luogo.