Ravenna

Ravenna

La maestria artistica dell’arte del mosaico

Ravenna, Italia

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    Ravenna è stata riconosciuta dall’UNESCO come sito Patrimonio dell’Umanità, con otto dei suoi monumenti del V e VI secolo annoverati nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità nel 1996. Questa la motivazione per cui i monumenti paleocristiani di Ravenna sono da considerare tesori internazionali: “Il sito è di valore universale e di eccellenza significativa in virtù della maestria artistica dell’arte del mosaico contenuta nei monumenti, oltre che per la cruciale riprova che essi forniscono delle relazioni artistiche e religiose e dei contatti intercorsi in un periodo importante della storia culturale europea”.
Ravenna, Basilica di San Vitale   
 
 

 

 

Basilica di San Vitale 

Originaria del VI secolo, è uno dei monumenti più importanti di arte paleocristiana in Italia. La sua costruzione ebbe inizio nel 527 per ordine del vescovo Ecclesio e fu terminata dal vescovo Massimiano, che la consacrò il 17 maggio 548 dopo che i bizantini riconquistarono la città. L’influenza orientale assume qui un ruolo dominante: alla basilica a tre navate si sostituisce un nucleo centrale a pianta ottagonale sormontato da una grande cupola. La temerarietà della costruzione e la funzione decorativa dei mosaici si complementano a vicenda con un effetto meraviglioso, unico al mondo. Quando si entra, lo sguardo viene catturato dalle stupende decorazioni musive dell’abside e dalla straordinaria rappresentazione della coppia imperiale bizantina, Giustiniano e Teodora, con corte al seguito. Non c’è altro mosaico o testo letterario in tutto l’impero di epoca giustinianea che riesca a riprodurre l’unità e la perfezione stilistica oltre all’elevatezza del pensiero politico e religioso al pari di questi cicli musivi in San Vitale. La celebrazione del loro impero non si limita ai due pannelli che raffigurano Giustiniano e Teodora: nell’arco dell’abside, le dimensioni politica e religiosa si compenetrano. Nel presbiterio è illustrata l’unità di Chiesa e Impero e quella di Impero e clero, mentre sopra l’arco dell’abside, tra le città di Gerusalemme e Betlemme, un sole simbolico contiene la lettera Alpha al centro, ideologicamente riferendosi al Cristo creatore del cosmo e dell’universo storico.
 

Mausoleo di Galla Placidia

La struttura e le immagini del Mausoleo dell’imperatrice Galla Placidia si rifanno a vita e morte di una principessa imperiale del V secolo profondamente coinvolta nella storia dell’impero del proprio padre, Teodosio il Grande. Figlia, sorella, moglie e madre di imperatori dell’Impero Romano d’Occidente, Galla Placidia volle farsi erigere questo Mausoleo alla metà del V secolo. Gli esterni sobri contrastano con lo splendore delle decorazioni interne; le innumerevoli stelle della cupola colpiscono nel profondo l’immaginazione e la sensibilità dei visitatori. Sebbene ricordi i grandi mausolei pagani a pianta centrale, con porta d’entrata singola e grande sobrietà di esterni, l’interno del mausoleo è interamente rivestito di simboli cristiani di immortalità e vita eterna. Per Galla Placidia la gloria dell’Impero Romano cristiano era espressa dalla croce, cosicché il mausoleo ha forma di croce latina, che è anche il simbolo principale sul mosaico al centro della cupola: la croce celeste che risplende tra le stelle del cielo, il cielo della salvezza eterna, del Regno di Dio. La cupola celeste dell’entrata, i suoi simboli di luce, ben esemplificano l’atteggiamento che il vescovo di Ravenna Pietro Crisologo e Galla Placidia mantenevano riguardo alla via per ottenere il premio della vita eterna per ogni buon cristiano. 
Mausoleo di Galla Placidia, interno    

Battistero Neoniano

È il più antico monumento paleocristiano ravennate. L’edificio, costruito per volere del vescovo Neone, è della seconda metà del IV secolo. L’interno è decorato con mosaici luminosi di chiara influenza ellenico-romana. Il suo valore sta nel ciclo musivo arricchito di meravigliosi stucchi raffigurante i sedici profeti: i quattro maggiori e i dodici minori. Nessun altro battistero paleocristiano può paragonarsi a questo in termini di perfezione dei mosaici e di conservazione della propria struttura. La decorazione musiva dentro il battistero è tripartita: l’area centrale raffigura il battesimo di Cristo nel Giordano; quella mediana, i ritratti dei dodici apostoli in due processioni guidate da Pietro e Paolo; la terza invece raffigura l’etimasia (il trono vuoto preparato per il secondo avvento di Cristo) e i seggi vuoti nell’architettura del giardino, del paradiso celeste, che simboleggia la destinazione finale delle anime, la vita eterna. 
 

Battistero degli Ariani

Eretto verso la fine del V secolo, durante il dominio di Teodorico e quando l’arianesimo divenne religione ufficiale della corte, il Battistero ha pianta ottagonale e contiene splendidi mosaici della transizione dal V al VI secolo. La cupola è rivestita di uno stupendo mosaico che rappresenta il battesimo di Cristo nel fiume e i dodici Apostoli. Secondo la dottrina ariana, Cristo fu Figlio di Dio ma mantenne la sua natura umana. Qui gli Apostoli, che recano in mano corone, simboli del martirio e del trionfo, sono separati non da candelabri ma da palme stilizzate, ad indicare che la scena si svolge in Paradiso. Mentre nel Battistero Neoniano gli Apostoli acclamano il Cristo del clipeo centrale, qui i Dodici rendono omaggio al grande trono gemmato sormontato dalla croce col drappo purpureo, simboli della Passione ma anche dell’umanità e della fisicità del Cristo, concetti centrali per la fede ariana.

Ravenna, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, interno con mosaici   

 

 
 

Cappella Arcivescovile

Costruita come oratorio privato dal vescovo Pietro II durante il regno ostrogoto, costituisce un esempio eccezionale di cappella annessa ad un palazzo vescovile e presenta un’iconografia musiva di grande interesse. Il vescovo fece disporre venti esametri musivi di eccellente fattura nell’atrio, riservando il posto d’onore al Cristo in veste di guerriero con la croce sulla spalla. La Glorificazione del Cristo, la cui figura domina i vari punti della decorazione musiva, può infatti venir chiaramente interpretata in chiave anti-ariana. La rappresentazione di Cristo Guerriero che calpesta la bestia dell’eresia ariana sarebbe quindi un atto d’accusa nei confronti del governo di Teodorico, re ariano, mentre i ritratti di evangelisti, apostoli e vari santi d’Oriente, Occidente ed Africa esprimono l’unità ecumenica dell’ortodossia cattolica prima delle divisioni tra barbari ed ariani. Superba la decorazione della volta del vestibolo nel cui cielo dorato, tra una sequenza di gigli e rosette, è possibile identificare le raffigurazioni di 101 uccelli, alcuni dei quali riscontrabili nell’ambiente naturale della città di Ravenna.  
 

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo

La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo fu edificata nel VI secolo, originariamente in funzione di chiesa palatina di Teodorico. Dal punto di vista storico è la chiesa più interessante di Ravenna, per il suo rappresentare la sintesi tra il regno ostrogoto teodoriciano e l’impero giustinianeo. La gloria e il potere del re goto sono rappresentati nei grandi
 
pannelli del mosaico parietale, con raffigurata la città di Ravenna e il porto, assieme alla città di Classe. Teodorico esaltava la cultura classica greca e romana e, ponendola fianco a fianco con quella gota, intendeva far mostra del proprio potere regnante e politico, che poteva contare sull’unione con quello del Cristo regnante. Nel grande ciclo, disposto tra le finestre, di 36 figure di profeti, apostoli ed evangelisti con codici, libri e pergamene, Teodorico legittima il prestigio della propria cultura e potere.
Più tardi, l’arcivescovo Agnello modificò i mosaici epurando alcuni personaggi e scene della decorazione ariana e sostituendole con processioni trionfali di santi e dei Re Magi con alla guida San Martino e Sant’Eufemia, questi ultimi emblematici in quanto avversarono l’arianesimo con la consacrazione della propria vocazione religiosa. 
 

Mausoleo di Teodorico

Questa maestosa ed austera struttura fu fatta edificare dallo stesso Teodorico nel 520 d.C. come propria sepoltura nei pressi della necropoli barbara. Interamente realizzato in pietra d’Istria, monumentale nelle dimensioni, esso si articola in due ordini sovrapposti secondo il modello dei monumenti funerari più antichi, ben rappresentando il potere e lo spirito del re ostrogoto. 

Ravenna, Basilica di Sant’Apollinare in Classe  
La copertura è un blocco unico di pietra d’Istria di 10 metri di diametro, pesante 300 tonnellate, con ogni probabilità uno dei maggiori monoliti al mondo a essere stato usato come cupola. Una corona di dodici anse scalpellate nello stesso monolito reca i nomi di quattro evangelisti e di otto apostoli. Le forme ricordano una corona reale o anche un elmo guerriero. Un’ampia crepa ben visibile sul monolito è probabilmente dovuta alla sua messa in opera, che quasi certamente ebbe luogo su un piano inclinato. Secondo la leggenda, la cupola fu infatti crepata da una saetta divina che colpì Teodorico seduto all’interno e lo fulminò in segno di punizione per i suoi crimini, a conferma della profezia che gli aveva predetto tale morte. Il vano interno è fiocamente illuminato da piccole finestre una delle quali, a forma di croce, è rivolta ad oriente. All’ordine superiore troviamo un’ampia vasca di porfido che si presume contenesse i resti dello stesso Teodorico, almeno finché le spoglie non furono rimosse durante il dominio bizantino. Le decorazioni nella tomba reale furono infatti gradualmente tolte nel corso dei secoli. 
 

Basilica di Sant’Apollinare in Classe  

Edificata durante la prima metà del VI secolo, è il più illustre luogo di culto della Chiesa di Ravenna, poiché fu costruita sulle fondamenta storiche e documentate dell’originaria tomba di Apollinare, protovescovo e martire, dove era stata eretta una piccola basilica (martyrion). 
  La Basilica fu originariamente costruita nelle vicinanze della spiaggia adriatica ma oggi, a seguito di modificazioni naturali, è immersa nella campagna giusto fuori Ravenna, nei pressi di una vasta area archeologica dell’antico porto di Classe, sede della flotta romana, ormai del tutto interrato. L’interno presenta uno scenario sorprendentemente ritmico composto da 24 colonne di magnifico marmo greco con venature trasversali che terminano nel verde delicato del manto erboso mosaicato con la luminosità delle pecore e il luccichio della pineta di Sant’Apollinare, in una felicissima unione di architettura e decorazione musiva. Oltre alla struttura architettonica, infatti, Sant’Apollinare in Classe è famosa per i mosaici nell’abside e i sarcofagi in marmo con le sepolture degli arcivescovi lungo le navate laterali. Il centro di questa basilica ecclesiale, utilizzata per celebrare l’Eucaristia, è riservato a una delle teofanie più splendide della cristianità antica: una magnifica trasfigurazione simbolica, realizzata in in tessere musive, che occupa l’intero bacino absidale. La Croce gloriosa della Resurrezione si staglia in posizione dominante rappresentando Cristo stesso nella Trasfigurazione, intesa come simbolo della Pasqua, essa stessa a sua volta simbolo di offerta, di Eucaristia dell’Agnello e della Croce, con la mano di Dio che riceve il sacrificio eucaristico della Messa attraverso la figura del vescovo per conto della Chiesa e della comunità dei fedeli. Questa scena si svolge in un bellissimo prato fiorito, visione idilliaca del Paradiso, mentre i dodici agnelli (sei su ciascun lato) che muovono verso Apollinare rappresentano la Chiesa di Ravenna impegnata nella celebrazione comunitaria della Messa.